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19 Dic
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Intervista all'autore - Fabio Bersani

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

Vengo da una famiglia come tante; padre impiegato, madre casalinga, una sorella, ecc.. Il clima familiare in cui sono nato è stato abbastanza neutro nei confronti delle mie scelte di vita; ciò mi ha permesso di coltivare i miei interessi e le mie passioni senza alcun disturbo esterno. Per quanto riguarda lo scrivere, per me è un'attività a latere dei miei interessi anche perché non posso assolutamente definirmi "uno scrittore". Ma in questo caso, la forte volontà di esprimere a più persone quello che potrebbe essere un percorso di liberazione, a fatto nascere in me la voglia di fissare per bene dei pensieri che ho da parecchio tempo nella "testa" e nel "cuore".



2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

Di solito alla sera dopo il lavoro ordinario, oppure durante i fine settimana. Insomma nei momenti in cui sono più libero e rilassato.



3. Il suo autore contemporaneo preferito?

Per la saggistica dedicata alla questione animale, direi Massimo Filippi. Una persona che spazia e ha spaziato in parecchi campi della ricerca, in particolare della filosofia, sulla questione animale e sulla natura della società umana. Per quanto riguarda, invece, l'animo umano, direi Marco Guzzi. Un scrittore/poeta che nel corso degli anni ha costruito un percorso di consapevolezza nel quale l'essere umano dovrebbe riflettersi ogni giorno.



4. Perché è nata la sua opera?

Nel campo di ricerca che da molti anni m'interessa, ovvero la condizione animale e la possibilità di una liberazione dalla violenza perpetrata loro dalla nostra specie, ho trovato molte teorie interessantissime e piene di buon senso, ma ho trovato queste ultime, tra di loro, un po' "slegate". Ho voluto mettere insieme tutti questi grandi pensatori all'interno del libro, cercando di dare (nella parte finale) una ricetta tramite la quale, portare a compimento i grandi auspici che ognuno di essi si propone.



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

Non tantissimo, la mia formazione è stato il frutto di una ricerca interiore che è stata un po' indipendente (chiaramente non del tutto) da quello che mi ha sempre circondato, e dal tessuto sociale in cui ho trascorso la mia vita.



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Per me lo scrivere è un modo per raccontare la realtà. Infatti il mio libro si può pensare come strutturato in 2 parti dove nella prima si fa chiaramente una buna "fotografia" della realtà. Nella seconda parte si cerca di proporre un percorso futuro (quindi non necessariamente realistico) di quello che, forse, sarebbe bene intraprendere per generare una nuova umanità, una nuova società basata su valori di fratellanza e giustizia. Anche se la proposta è solo una congettura, un'ipotesi, non direi che si possa attribuire questo orientamento una "evasione dalla realtà", anzi, sarebbe bello poter affermare lo stabilirsi nel mondo reale delle tesi enunciate.



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

In realtà c'è tanto. Un percorso molto lungo di ricerca interiore che, negli ultimi 10 anni, si è rivolto all'alterità animale con la quale condivido una compassione nel "sentire" nel fare mio il loro dolore e la loro disperazione per il trattamento che riserviamo loro.



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

Sicuramente i 5 autori citati nel libro. Ognuno di essi ha costruito un piccolo pezzo di puzzle necessario per dare un quadro generale d'insieme.



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

Per me questo è proprio il primo saggio e nel cerare di capire se quello che ho scritto fosse di chiara comprensione a chi non era avvezzo alla questione animale, ho utilizzato la pazienza di mia sorella che ha letto attentamente la teoria/proposta da me messa a disposizione per un vasto pubblico. Infatti quest'opera riguarda non solo la condizione animale ma anche quella umana dalla quale tutto deriva.



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?

Probabilmente sì, anche se rimango molto legato al libro cartaceo che mette in moto un sacco di sensi: dal tatto, all'odore della carta, al peso del libro, al rumore che fanno le pagine sfogliate e così via. Sensazioni che, per il momento, non possono dare un e-book. Comunque, risulta chiaro che la tendenza è per quest'ultima forma di libro, ma penso che la carta stampata non morirà mai; forse, in un lontano futuro, resterà appannaggio a bibliofili e collezionisti di libri.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Molto interessante, perché chi come me che fa parecchi chilometri in macchina per recarsi e tornare a casa dl lavoro, ha parecchio tempo in questi percorsi da poter dedicare all'ascolto di un bel audiolibro. In realtà l'audiolibro, non dimentichiamocelo è un utilissimo e indispensabile strumento per ogni persona ipovedente che non ha la fortuna come noi di leggere direttamente le parole scritte, sia sulla carta che su di un e-book.  

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Lunedì, 19 Dicembre 2016 | di @BookSprint Edizioni

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